sabato 31 ottobre 2020

altro che halloween!

 Oggi i più piccoli festeggeranno (nei limiti del possibile) #Halloween, ma sarebbe bello che conoscessero anche l'antico rito veneto delle LUMERE. 

In questo periodo dell’anno, in Veneto, le zucche sono da sempre protagoniste della tradizione. 
Già nei secoli scorsi si usava intagliarle per inserirci all’interno delle candele; venivano quindi esposte sui davanzali o lungo i fossi e prendevano il nome di "SUCHE BARUCHE" o "LUMERE". 
Le zucche servivano ad illuminare la strada alle anime dei cari defunti, ma anche a spaesare quelle dei morti più dispettosi. 
La sera, i ragazzi si divertivano ad andare in giro con queste zucche per spaventare i passanti soprattutto nei pressi dei cimiteri; poi andavano di casa in casa a chiedere frutta secca, nocciole e castagne. 
In ogni famiglia, inoltre, si preparava "IL PIATTO DEI MORTI" con castagne, dolci, marroni, fave, e lo si lasciava sul tavolo o sui davanzali come dono per le anime.

venerdì 30 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI/ ED. CIVICA: le funzioni delo Stato - 1

 

La gestione dei Servizi Pubblici e delle Attività Sociali, Culturali ed Economiche

 

Lo Stato, per essere apprezzato (e quindi rispettato ed obbedito) dai cittadini deve erogare loro diversi servizi: deve gestire, in particolare, gli ospedali, le scuole, i trasporti pubblici e infrastrutture, i tribunali e le forze dell’ordine. Vi saranno dunque lavoratori della sanità, scolastici, dei tribunali e dell’ordine pubblico, retribuiti dallo Stato in quanto svolgono funzioni di pubblica utilità. Per organizzare questi servizi lo Stato si avvale della burocrazia, composta da funzionari e impiegati pagati dallo Stato (e quindi dalla collettività, in quanto lo Stato è res publica, cioè cosa di tutti) che pianificano e coordinano il buon funzionamento di sanità, scuola, trasporti, difesa, giustizia, ordine pubblico, ecc.

Per pagare i servizi e la burocrazia che li organizza occorre denaro e lo Stato se lo procura mediante il fisco, prelevando da ciascun cittadino una parte dei suoi guadagni in modo equo, proporzionato (Art. 53 Costituzione della Repubblica Italiana che dice: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività” – pag. 27).

Ma lo Stato interviene anche in campo economico-sociale. Si dice infatti che il lavoro nobilita l’uomo e lo rende libero, nel senso che gli permette di provvedere ai suoi bisogni e di contribuire al miglioramento delle condizioni della comunità in cui vive. La nostra Costituzione accoglie in pieno questa concezione del lavoro e ne parla nei Principi Fondamentali ( artt. 1 - 3 -  4: pag. 20). Inoltre con gli artt. dal 35 al 40 (pagg. 24 e 25) regola i cosiddetti rapporti economici di lavoro (favorire e proteggere il lavoro, garantire equità della retribuzione, i diritti della donna lavoratrice e dei cittadini più deboli, i diritti sindacali); mentre negli artt. dal 41 al 47 (pagg. 25 e 26) si occupa dei rapporti economici “d’impresa”.

L’economia comprende anche l’attività di produrre/fornire beni che servono a soddisfare i bisogni dei cittadini: beni materiali e servizi. La produzione/fornitura di questi beni non riguarda solo gli imprenditori privati, ma anche lo Stato, al quale è affidato il compito di contribuire al benessere dei cittadini finanziando lavori ed attività economiche nell’interesse della collettività ( ad esempio costruzione di strade, scuole, acquedotti, ospedali) e fornitura di servizi: scuola sanità….

venerdì 23 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI/ ED. CIVICA: dalla Società a llo stato; che cos'è lo Stato; caratteristiche dello Stato

 

LA COSTITUZIONE

 

 

Cos’è la Costituzione?

 

C’è chi la considera un documento politico adottato in un certo momento della Storia e posto a fondamento di una determinata organizzazione politica, e chi la ritiene un documento, di natura giuridica, normativo sovraordinato a tutte le altre fonti di produzione del diritto (è insomma la regola giuridica fondamentale, composta a sua volta da diversi precetti normativi che si impongono come parametri di legittimità per tutte le altre fonti, ed in primo luogo per la legge).

 

Lo Stato

 

All’inizio della storia umana non esistevano gli Stati, bensì le SOCIETA’, ovvero gruppi umani sufficientemente organizzati, nei quali:

 

·        esisteva una o più autorità (è il potere di un individuo o di un’istituzione di stabilire obblighi o vincoli per raggiungere un certo obiettivo sociale) a cui si ubbidiva;

·        vi erano lavori diversi svolti da individui diversi (è ciò che si chiama specializzazione produttiva);

·        esistevano, di conseguenza, ruoli sociali diversi, alcuni più prestigiosi, altri meno (è la cosiddetta gerarchia sociale).

Solo dopo che una società si era formata su questi presupposti poteva nascere uno Stato, ossia una struttura politica articolata, con una autonomia estesa su un preciso territorio e sulla sua popolazione.

Il passaggio dalla società allo Stato di solito si verifica allorché nascono conflitti all’interno di una società. Queste contese possono generare violenze e minacciare l’esistenza stessa della società. Coloro che ne fanno parte capiscono che, per risolvere in modo costruttivo le questioni, è utile riconoscere una autorità superiore in grado di:

 

·        stabilire le leggi;

·        applicare le leggi;

·        fare rispettare le leggi da tutti i cittadini, anche con l’uso della forza.

Lo Stato è opera degli uomini e quindi possiede solo i valori e le prerogative che gli individui gli attribuiscono per comune accordo.

LO STATO E’ L’ORGANIZZAZIONE CHE DIRIGE L’INTERA SOCIETA’ EVENTUALMENTE UTILIZZANDO ANCHE LA FORZA. MA LA FUNZIONE DELLO STATO MODERNO NON E’ SOLO QUELLA DI COMANDARE E DI FARSI OBBEDIRE: E’ ANCHE QUELLA DI ESSERE A SERVIZIO DELLA SOCIETA’: LE SUE REGOLE SERVONO A METTERE I CITTADINI IN CONDIZIONE DI ESPRIMERSI E A CONTRIBUIRE ALLA CONTINUA EVOLUZIONE DELLA COLLETTIVITA’. LIBERTA’, CITTADINANZA, DEMOCRAZIA SONO I COROLLARI ESSENZIALI ALLA NOSTRA IDEA MODERNA DI STATO.

 

 

 

Caratteristiche dello Stato

 

·        popolo;

·        territorio delimitato da precisi confini;

·        sovranità: il potere dello Stato di organizzare la società tramite le leggi e di usare la forza per farle rispettare; ma anche indipendenza e autonomia: NESSUN ente esterno ha il diritto di ordinare o imporre ad uno Stato sovrano cosa deve o non deve fare; uno stato moderno è legittimato dalla sovranità popolare, in quanto il potere proviene dal popolo che lo esercita attraverso i suoi rappresentanti;

·        Monopolio della forza: è il solo autorizzato a esercitarla attraverso le forze Armate e dell’ Ordine;

·        Imposizione di regole e leggi;

·        Giudizi sui contrasti;

·        Erogazione dei servizi pubblici (scuole, ospedali, trasporti pubblici);

·        Imposizione di tributi fiscali.

mercoledì 14 ottobre 2020

ITALIANO 3^ - GRAMMATICA: Sintassi del Periodo. il Periodo





 

ITALIANO 3^ - Grammatica. Storia della lingua Italiana, 2

 

DAL LATINO AL VOLGARE ITALIANO

Dall’unione delle lingue italiche (Osco, Umbro, Sabino, etc.), alcune delle quali molto primitive soprattutto nella scrittura, dell’Etrusco (di origine incerta ma, con tutta probabilità, orientale) e, in misura preponderante, del Greco, nacque la lingua Latina.

In seguito la lingua Latina si sviluppò mantenendo sempre la differenza tra lingua parlata e lingua scritta; si mantenne anche una grande differenza tra il “classico” usato dalle classi alte e/o colte, il latino volgare, usato dal popolo, e il cosiddetto Sermo Familiaris, cioè la lingua parlata nell’intimità della casa, nei colloqui familiari.

Con la fine dell’impero romano sembrò finire anche la lingua latina quale strumento comune a tutti i popoli che Roma aveva conquistato. In effetti la lingua latina non sparì ma si modificò, ricevendo i contributi delle diverse parlate che si usavano all’interno del vasto territorio dell’impero. Entrarono così a far parte del latino parole, forme ed espressioni nuove, sempre più avvicinando la lingua ufficiale a quella da tutti parlata.

Questa modalità di trasformazione diede vita alle lingue volgari, cioè parlate dal popolo, assai differenti dal latino ufficiale. Il latino rimase usato quasi esclusivamente negli atti ufficiali (leggi, decreti…etc.) e nella pratica liturgica della Chiesa. Ma, pur restando la lingua della cultura “alta”, il latino medievale mostra, nei documenti scritti, attraverso la sempre più frequente comparsa di “errori”e innovazioni, l’inserimento di nuovi usi della lingua, anche se chi scrive è ancora convinto di usare il latino.

venerdì 9 ottobre 2020

APPROFONDIMENTI LETTERARI/ ED. CIVICA. La Costituzione della Repubblica Italiana: origini, caratteristiche, principi fondamentali e art. 139

 



La Costituzione della Repubblica Italiana

 

 

 

Principi Fondamentali

 

 

Art. 1.

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

 

Art. 2.

La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

 

Art. 3.

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

 

Art. 4.

La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

 

Art. 5.

La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

 

Art. 6.

La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

 

Art. 7.

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

 

Art. 8.

Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.

Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.

I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

 

 

Art. 9.

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

 

Art. 10.

L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.

La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.

Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.

Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

 

Art. 11.

L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

 

Art. 12

La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

 

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Al link che segue potrete trovare una efficace spiegazione dei Principi fondamentali, articolo per articolo:

https://www.scuolacalo.edu.it/files/TAIC82600L/articoli_fondament_costituz_con_commento.pdf

 

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

 

Art. 139.

La forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale.

 

 

Che cosa significa? 

Dalla fine della Seconda guerra mondiale l'Italia è una Repubblica e non più una monarchia. La forma di governo non è modificabile.

La dottrina interpreta l’art. 139 utilizzando due letture: la prima ritiene che l’articolo riguardi il divieto a ristabilire un «principio dinastico» per la nomina del Capo dello Stato, in altre parole, la carica di Presidente della Repubblica non può diventare ereditaria.

La seconda – approvata anche dalla Corte costituzionale – sostiene che l’art. 139 «sancisce la non modificabilità in perpetuo del nuovo ordine repubblicano» in quanto questo rappresenta «la naturale, conseguente strutturazione ed organizzazione del principio democratico».

 

La Corte costituzionale, in due diverse sentenze (1146/1988 e 366/1991), ha affermato: “La Costituzione italiana contiene alcuni principi supremi che non possono essere sovvertiti o modificati nel loro contenuto essenziale neppure da leggi di revisione costituzionale o da altre leggi costituzionali”. Tra questi principi vi è la forma dello Stato e i “valori supremi” (quindi, possiamo immaginare l'uguaglianza, la libertà e la democrazia) sui quali si fonda la Costituzione italiana.
Questo vincolo, in un contesto come quello attuale che crede nella democrazia come miglior forma di governo, non appare un eccesso di rigidità della Costituzione, ma una cautela (che doveva essere particolarmente apprezzata dai sostenitori della Repubblica subito dopo il referendum che nel 1946 decretò la fine della monarchia).

 


martedì 6 ottobre 2020

ITALIANO 3^ - Letteratura. Ugo Foscolo: A Zacinto

 

A Zacinto

Scritto tra il 1802 e il 1803 e in quell'anno pubblicato. Il primo sentimento di questo sonetto è il dolore causato dall'esilio e dal rimpianto della propria terra insieme alla coscienza di non potervi più fare ritorno; il dolore scaturisce da una condizione di solitudine che è diventata ormai esistenziale per la mancanza di affetti duraturi che possano permettere la creazione di un focolare domestico. L'esilio apre e chiude il sonetto e la chiusura contiene quel concetto di tomba che diventerà essenziale nei Sepolcri. Zacinto è la patria ideale, che incarna le grandi illusioni dell'uomo: la bellezza, raffigurata da Venere che rese feconde le acque che la bagnano, la poesia raffigurata dal sommo poeta Omero, insieme all'esilio, cui lo stesso poeta è destinato, raffigurato da Ulisse, che però ha il privilegio di ritornare alla sua petrosa Itaca, mentre il poeta sarà sepolto fra genti straniere in una tomba su cui nessuno potrà piangere.

Ugo Foscolo – A Zacinto

Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell'onde
del greco mar da cui vergine nacque 

Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l'inclito verso di colui che l'acque 

cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse. 

Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.

 

http://www.youtube.com/watch?v=jbX8YVJ87_k


giovedì 1 ottobre 2020

ITALIANO 3^ - Letteratura. Ugo Foscolo: Alla sera



 

ITALIANO 3^ - Antologia. La Poesia: alcuni schemi riepilogativi; le figure retoriche





 

ALCUNE FIGURE RETORICHE

 

 

Si chiamano figure retoriche i diversi aspetti che il pensiero assume nel discorso per trovare efficace e viva espressione.

Considerate nel mondo classico come modi di espressione lontani da quelli della comunicazione ordinaria e quotidiana e per questa ragione ascritti solamente al campo della poesia in virtù del loro peculiare “ornato”, oggi le figure retoriche vengono intese in un'accezione più vasta come “VEICOLI” DI SIGNIFICATO che permettono, cioè, al lettore di cogliere i significati nascosti “dietro le parole”, cioè di scoprire tratti “semantici” nuovi rispetto all’uso comune delle parole stesse.

Da questo punto di vista, dunque la funzione delle figure diventa essenziale all'interno di un discorso, non tanto per abbellirlo, quanto piuttosto per comunicare ad esso una particolare carica emotiva che consiste nel sorprendere il lettore e non lasciarlo indifferente

 

Allitterazione

L'allitterazione è una figura retorica che esalta rapporti fonetici tra le parole. Consiste nella ripetizione di una lettera di una sillaba o più in generale di un suono in parole successive. Il fenomeno avviene per lo più ad inizio di parola.

 fresche le mie parole nella sera

ti sien come il fruscio che fan le foglie” (D’Annunzio)

 

Onomatopèa

L'onomatopea è una figura retorica che riproduce, attraverso i suoni linguistici di una determinata lingua, il rumore o il suono associato a un oggetto o a un soggetto a cui si vuole fare riferimento.

 “il tuono rimbombò di schianto:

rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo” (Pascoli)

Ossìmoro (ossimòro)

L'ossimoro è una figura retorica che consiste nell'accostamento di due termini di senso contrario o comunque in forte antitesi tra loro.

“tacito tumulto” (Pascoli)

“la morte che vive” (Montale)

Metafora

Figura retorica consistente nella sostituzione di un termine con un altro connesso al primo da un rapporto di parziale sovrapposizione semantica. 

Achille è un leone”,

dove leone sostituisce guerriero audace 

 

Similitudine

Figura retorica che consiste nell'instaurare un paragone, un rapporto di somiglianza fra due cose o concetti

Come d'autunno si levan le foglie
l'una appresso de l'altra, fin che 'l ramo
vede a la terra tutte le sue spoglie,
similemente il mal seme d'Adamo

gittansi di quel lito ad una ad una,
per cenni come augel per suo richiamo

(Dante Alighieri, Commedia, Inferno, Canto III)

 

Personificazione

La personificazione consiste nell'attribuzione di fattezze, comportamenti, pensieri, tratti (anche psicologici e comportamentali) umani a qualcosa che umano non è.

Oggetto di personificazione può ben essere un oggetto inanimato, un animale, ma anche un concetto astratto, come la pace, la giustizia, la vendetta etc.

ad esempio: Zacinto (o materna mia terra). (U. Foscolo)

 

Chiasmo

Il chiasmo (letteralmente dal greco "struttura a croce di chi greco") è la figura retorica in cui si crea un incrocio immaginario tra due coppie di parole, in versi o in prosa, con uno schema sintattico di AB,BA

La disposizione contrapposta delle parole può essere raffigurata mediante la lettera greca χ ("chi") dell'alfabeto greco, corrispondente a "ch" aspirata, da cui origina il termine "chiasmo".

Un classico esempio è il famoso incipit dell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto, che qui viene spezzato in due righe per visualizzare meglio l'incrocio dei concetti.

« Le donne, i cavallier,

l'arme, gli amori,... »

nel quale le donne sono legate agli amori e i cavalieri alle armi.