mercoledì 14 ottobre 2020

ITALIANO 3^ - Grammatica. Storia della lingua Italiana, 2

 

DAL LATINO AL VOLGARE ITALIANO

Dall’unione delle lingue italiche (Osco, Umbro, Sabino, etc.), alcune delle quali molto primitive soprattutto nella scrittura, dell’Etrusco (di origine incerta ma, con tutta probabilità, orientale) e, in misura preponderante, del Greco, nacque la lingua Latina.

In seguito la lingua Latina si sviluppò mantenendo sempre la differenza tra lingua parlata e lingua scritta; si mantenne anche una grande differenza tra il “classico” usato dalle classi alte e/o colte, il latino volgare, usato dal popolo, e il cosiddetto Sermo Familiaris, cioè la lingua parlata nell’intimità della casa, nei colloqui familiari.

Con la fine dell’impero romano sembrò finire anche la lingua latina quale strumento comune a tutti i popoli che Roma aveva conquistato. In effetti la lingua latina non sparì ma si modificò, ricevendo i contributi delle diverse parlate che si usavano all’interno del vasto territorio dell’impero. Entrarono così a far parte del latino parole, forme ed espressioni nuove, sempre più avvicinando la lingua ufficiale a quella da tutti parlata.

Questa modalità di trasformazione diede vita alle lingue volgari, cioè parlate dal popolo, assai differenti dal latino ufficiale. Il latino rimase usato quasi esclusivamente negli atti ufficiali (leggi, decreti…etc.) e nella pratica liturgica della Chiesa. Ma, pur restando la lingua della cultura “alta”, il latino medievale mostra, nei documenti scritti, attraverso la sempre più frequente comparsa di “errori”e innovazioni, l’inserimento di nuovi usi della lingua, anche se chi scrive è ancora convinto di usare il latino.