mercoledì 16 dicembre 2020

ITALIANO 3^ - Letteratura. Naturalismo e Verismo

 

Letteratura: brevissima sintesi su Naturalismo e Verismo

 

Nel solco del Positivismo e dell’evoluzionismo, il romanzo si sviluppò in una corrente detta Naturalismo francese , il cui maggior esponente è Emile Zola (1840 – 1902) e, in Italia, nel Verismo (Capuana, De Roberto, Verga).

Zola, a proposito del Naturalismo, nel saggio “Il romanzo sperimentale” espresse i seguenti principi:

-         Il romanzo non deve fondarsi sulla psicologia ma sullo studio della natura

-         Deve procedere con rigoroso metodo scientifico, osservando scrupolosamente la realtà e ricavando da ogni azione la sua possibile conseguenza

-         Le passioni dell’uomo vanno studiate come gli altri fenomeni della natura e non come sentimenti individuali

-         Lo scrittore deve scrivere il romanzo come se stesse compiendo un esperimento scientifico, con la massima oggettività e impersonalità: non deve quindi dare le sue interpretazioni dei fatti, ma semplicemente osservarli mentre si svolgono.

 

Gli ambienti rappresentati preferibilmente nelle opere dei naturalisti sono quelli più umili del proletariato e sottoproletariato urbano, i bassifondi delle cittadine, i distretti minerari.

 

Il problema più rilevante che nasce dopo l’unificazione d’Italia è la questione meridionale che nasceva dal profondo divario tra il Nord e il Sud, dove permanevano condizioni di vita arcaiche. Pertanto, la differenza tra Naturalismo francese e Verismo italiano consiste in questo: non esistendo in Italia un sottoproletariato urbano, i Veristi italiani si volsero alla rappresentazione della realtà rurale che caratterizzava le regioni del Mezzogiorno, mettendo in luce la povertà, i valori, le tradizioni e le aspirazioni della società contadina.

 

 

Il ciclo di romanzi che Verga concepisce dopo l’accostamento al Verismo si intitola Ciclo dei Vinti. Sarebbero dovuti essere cinque romanzi ma solo due vennero portati a termine: I Malavoglia (1881) e Mastro don Gesualdo (1889).

In essi sono espresse le idee di Verga:

- Non esiste una Provvidenza; il suo è un mondo privo di ogni luce di Provvidenza (e quasi in contrapposizione alla Provvidenza manzoniana si chiama “Provvidenza” la barca dei Malavoglia, travolta nel naufragio), un mondo in cui vanamente l’uomo si sforza di lottare contro un destino sempre avverso;

- Non crede nel progresso, anzi ritiene che esso sia “una fiumana” che trascina con sé gli uomini, tutti “vinti” dalla forza brutale del mondo, “pesce vorace” che ingoia ogni cosa;

- L’uomo è come un’ostrica che il caso ha fatto attaccare a uno scoglio: se vorrà staccarsene, per cercare una posizione migliore, la “fiumana del progresso” se lo porterà via (Morale dell’ostrica).

 

L’ambiente in cui si svolge la vicenda de’ “I Malavoglia” è quello di una famiglia di pescatori di un piccolo paesino siciliano, Aci Trezza.

Il nucleo centrale del romanzo “Mastro don Gesualdo” si può trovare nel possesso della roba, che comprende allo stesso tempo il gruzzolo faticosamente guadagnato e il mondo degli affetti familiari.

 

Verga non utilizza il gergo dialettale ma, attraverso il discorso indiretto libero e l’inserimento di parole dialettali nella lingua letteraria, mantiene l’impianto della lingua nazionale riuscendo contemporaneamente a salvare il sapore della sua terra; un’altra tecnica è quella di presentare le vicende del romanzo dal punto di vista dei personaggi; detti popolari, proverbi, paragoni tratti dalla natura sono altrettanti espedienti con cui l’autore “nasconde” la propria mano per calarsi completamente nel mondo rappresentato e lasciare che esso parli da sé.

 

I romanzi di Verga (oggi riconosciuti come capolavori) non ebbero successo alla loro uscita. Gli italiani di allora non erano in grado di capire: la borghesia del Nord cercava di illudersi con i miti di un mondo aristocratico e desiderabile come quello in cui si muoveva la Malombra di Antonio Fogazzaro (Vicenza 1842 – 1911), che uscì nel 1881, lo stesso anno de’ I Malavoglia, ed ebbe un grandissimo successo.